Welfare territoriale: buone pratiche e sfide per il futuro
Durante la prima giornata del Veneto Welfare Day 2024, in occasione del convegno intitolato “Welfare che cambia, reti che uniscono: una nuova prospettiva per il territorio“, sono state presentate le reti di welfare del territorio veneto che hanno aderito alla raccolta delle buone pratiche di welfare locale e territoriale integrato. Le iniziative illustrate si concentrano su quattro ambiti principali:
- Innovazione nei processi organizzativi e nella gestione dei servizi;
- Progetti innovativi per servizi alla persona e alla famiglia;
- Progetti di welfare aziendale;
- Sinergie territoriali, meglio conosciute come “welfare a km 0”.
Le candidature per la raccolta di buone pratiche sono arrivate da una molteplicità di soggetti, tra cui comuni, ASL, il Ministero della Giustizia e cooperative. Questo ampio coinvolgimento testimonia la vivacità e la capacità di risposta del territorio veneto di fronte ai cambiamenti sociali ed economici in atto.
Il Direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone ha sottolineato l’importanza dell’adozione di soluzioni innovative per rispondere ai nuovi bisogni sociali, affermando: “I cambiamenti demografici, economici, sociali e culturali stanno ridefinendo i valori e le necessità della popolazione, facendo emergere nuovi bisogni sociali. Questo scenario richiede l’adozione di soluzioni innovative, in grado di sviluppare forme di welfare territoriale che coinvolgano i diversi stakeholder. In Veneto tale percorso è facilitato dalla Legge Regionale n. 15/2017, che ha introdotto un sistema di accreditamento per le forme collettive di welfare, aprendo anche alle ‘altre forme di welfare integrative’ che includono imprese, reti d’impresa, enti locali, fondazioni, associazioni, imprese sociali e organismi no profit, che promuovono e gestiscono progetti di welfare integrato”.
Nel corso del convegno, Maurizio Busacca e Pamela Pasian, rispettivamente ricercatore e docente di Sociologia economica e del Welfare e ricercatrice in Sociologia generale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, hanno presentato i risultati di un progetto di ricerca-azione condotto da Veneto Welfare in collaborazione con l’ateneo veneziano. Lo studio ha analizzato il welfare territoriale nel comune di Venezia, con particolare attenzione allo stato di salute delle organizzazioni non profit e alla loro capacità di costruire iniziative di welfare complementare.
L’indagine ha coinvolto 163 organizzazioni, pari al 41% di quelle attive e iscritte al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nel comune di Venezia. I dati raccolti hanno messo in evidenza un panorama variegato e dinamico:
- Il 55% delle organizzazioni è stato fondato prima del 2000, il 45% dopo il 2000 e il 22% dopo il 2014.
- Le prospettive future appaiono positive: il 90% delle organizzazioni prevede una crescita (65%) o una stabilità (25%) della domanda di servizi nei prossimi anni, mentre solo il 10% teme una contrazione o non ha espresso un’opinione precisa.
L’analisi ha anche evidenziato alcune criticità che potrebbero trasformarsi in opportunità di miglioramento strategico. Tra le principali sfide emerse troviamo:
- Costruzione di partnership complesse: meno del 10% delle organizzazioni non profit ha attivato collaborazioni con aziende profit, mentre il 48% dichiara di collaborare con altre organizzazioni non profit o con enti pubblici locali. Tuttavia, molte di queste collaborazioni si limitano a forme di accordo informale.
- Adozione di tecnologie innovative: sebbene l’uso di strumenti di comunicazione come siti web (73%), social media (77%) e email marketing (36%) sia diffuso, l’adozione di strumenti gestionali interni, applicazioni mobili e piattaforme per la raccolta fondi online rimane limitata (meno del 20%).
- Diversificazione delle fonti di finanziamento: la maggior parte delle risorse proviene dai soci e, in misura minore, da bandi e finanziamenti pubblici locali. Questa situazione evidenzia la necessità di rafforzare la capacità di attrarre risorse da fonti alternative.
L’esperienza del convegno e i risultati della ricerca evidenziano come il welfare territoriale veneto stia affrontando una fase di trasformazione e crescita. Le buone pratiche raccolte e il coinvolgimento di una pluralità di soggetti pubblici e privati testimoniano la vitalità di un modello che punta sull’innovazione e sulla collaborazione territoriale. La presenza di elementi di criticità rappresenta un’opportunità per il futuro, stimolando il miglioramento delle competenze tecnologiche e la creazione di partnership più strutturate. La Legge Regionale n. 15/2017 e il supporto di iniziative di ricerca e azione, come quella realizzata con l’Università Ca’ Foscari, rappresentano strumenti essenziali per rafforzare il welfare integrato in Veneto, rendendolo sempre più inclusivo, dinamico e sostenibile.