WELFARE: INCONTRO SULLE NUOVE SOLUZIONI DI WELFARE LOCALE

WELFARE: INCONTRO SULLE NUOVE SOLUZIONI DI WELFARE LOCALE

I cambiamenti demografici che hanno investito e stanno investendo il nostro Paese sono importanti, a partire dall’aumento significativo del numero degli anziani fragili, delle famiglie monoparentali e della popolazione straniera e di come insieme si stiano sentendo ancora gli effetti di una crisi economica che non è completamente superata. Nel contempo, si sono complessivamente ridotte le risorse pubbliche per il welfare locale e i Comuni si trovano in difficoltà sia a causa della complessità di domanda di servizi sia a causa dell’inadeguatezza di risorse economiche e di conoscenza  di cui dispongono. Di qui, la necessità di riflettere sulle strade da percorrere per cambiare, innovare e migliorare il sistema del welfare locale.

Questo il tema trattato all’incontro svoltosi lo scorso 24 settembre presso Anci Milano e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti di Comuni lombardi e veneti e dell’Unità Operativa Veneto Welfare, nella persona del dott. Mirco Casteller, coordinatore del progetto.

Tra i presenti anche la dott.ssa Franca Maino, docente di ruolo presso l’università statale di Milano e presidente della piattaforma Secondo Welfare, la quale ha evidenziato il contesto nel quale ci stiamo muovendo e le sfide da fronteggiare, segnalando il necessario approccio integrato tra ambiti territoriali, in tema sanitario, sociosanitario e sociale, con un ruolo strategico del welfare aziendale.

Con il suo intervento, il Prof. Francesco Longo, docente di ruolo dell’Università Bocconi di Milano, ha invece affrontato le vie di un cambiamento possibile evidenziandone al contempo i principali trade-off. Le possibili traiettorie d’innovazione del welfare locale elencate dal Prof. Longo sono:

  • piattaforme di ricomposizione/riaggregazione sociale;
  • valorizzare le associazioni/reti sociali esistenti per aprirle a persone sole o escluse con logiche di welfare di iniziativa;
  • costruire piattaforme di incontro domanda/offerta di servizi a pagamento per professionalizzare il mercato e offrire servizi a valore aggiunto;
  • promuovere la domanda aggregata: es. babysitter condivisa tra famiglie, badante condivisa;
  • appalti pubblici che pagano il valore sociale prodotto e non gli input o le prestazioni;
  • piattaforme di ricomposizione: app social street, app tra genitori nelle scuole;
  • valorizzare le associazioni/reti sociali esistenti;
  • elementi che sottolineano come il Paese abbia bisogno di innovazioni profonde, rilanciando il welfare locale in modo ambizioso e efficace, con la consapevolezza che i driver non sono le risorse finanziarie ma la capacità di ricomposizione sociale.

Il Prof. Mauro Magatti, docente di ruolo presso l’Università Cattolica, ha sostenuto che per uscire dalla crisi sono necessarie azioni rigenerative che cambino il paradigma tra produzione e consumo, spostandolo da un “Valore Estrattivo” al “valore condiviso” e dove la formazione e il territorio possano diventare il collante sociale del rapporto tra produzione e consumo stesso. Per renderlo possibile sarà necessaria una sinergia che tenga conto non più solo del rapporto tra associazioni di rappresentanza e amministrazione pubblica, ma anche del rapporto circolare tra amministrazione pubblica, associazioni aggregatrici, cittadini contributori e imprese responsabili.

Il modello troverà piena applicazione in un numero significativo di Comuni del Nord Italia, con l’obiettivo di pensare a un nuovo welfare territoriale che sia esemplare intertemporale, autorizzativo e condivisibile.