VII Rapporto Censis-Eudaimon: il ruolo del welfare aziendale in un mondo del lavoro che cambia

VII Rapporto Censis-Eudaimon: il ruolo del welfare aziendale in un mondo del lavoro che cambia

Il VII Rapporto Censis-Eudaimon, pubblicato il 21 febbraio 2024, esplora le trasformazioni profonde che
attraversano il mercato del lavoro italiano, evidenziando il ruolo cruciale del welfare aziendale. Mentre si registra un record di occupati e una crescente partecipazione femminile, emerge un cambio di paradigma: il lavoro perde centralità nelle vite delle persone, con priorità spostate verso il benessere individuale e il
tempo libero. Il rapporto sottolinea la necessità di un welfare aziendale più inclusivo, capace di rispondere alle sfide socioculturali e demografiche del presente, offrendo soluzioni personalizzate per migliorare la qualità della vita di tutti i lavoratori.

Il rapporto evidenzia un paradosso: mentre il mercato del lavoro italiano registra il numero più alto di occupati (23,1 milioni nel 2022), cresce la disaffezione verso il lavoro, soprattutto tra i giovani. La centralità del lavoro si riduce nelle vite delle persone, con il 67,7% degli occupati che desidera ridurre il tempo lavorativo, privilegiando il benessere personale. Il welfare aziendale si configura come strumento per attrarre e trattenere talenti, offrendo flessibilità e vantaggi su misura.

Nonostante i progressi occupazionali, persistono profonde disparità di genere, specialmente tra i genitori. Il tasso di occupazione femminile con figli è tra i più bassi d’Europa (58,6% in Italia contro il 76,7% della Francia). La mancanza di servizi per la cura dei figli penalizza soprattutto le madri, con un significativo numero di dimissioni legate all’impossibilità di conciliare lavoro e famiglia.

Contrariamente alla narrazione della “Great Resignation”, il rapporto rivela che il fenomeno delle dimissioni è in declino, con il 67% dei lavoratori che si ricolloca entro tre mesi. Più che una fuga, si tratta di un passaggio verso impieghi ritenuti più gratificanti, segno di una mobilità consapevole nel mercato del lavoro.

Il lavoro non è più percepito come il fulcro dell’autorealizzazione. L’87,3% degli occupati ritiene che fare del lavoro il centro della propria vita sia un errore. L’attenzione si sposta verso il benessere personale, con un 82,8% degli italiani più attento alla propria salute e al bilanciamento tra vita privata e lavoro.
Il welfare aziendale, conosciuto dall’81,8% degli occupati, è sempre più apprezzato. I lavoratori auspicano
soluzioni personalizzate e digitali per accedere ai benefici, come app su smartphone (79,3%). Le aziende
riconoscono la necessità di adattarsi alle nuove aspettative, con il 95% favorevole a un welfare modulato
sulle esigenze individuali.

Le imprese si trovano ad affrontare una duplice sfida: la scarsità di personale qualificato e la competizione per attrarre talenti. Solo il 38% dei lavoratori ritiene che le aziende siano attente al benessere psicofisico. Il welfare aziendale, se ben implementato, può rappresentare una risposta strategica, non solo per sostenere categorie vulnerabili, ma per migliorare la qualità della vita di tutti.
Il rapporto evidenzia che il futuro del welfare aziendale passa per una maggiore personalizzazione e una
cultura aziendale orientata al benessere diffuso. In un contesto in cui il lavoro perde centralità, diventa
cruciale ripensare modelli organizzativi e sistemi di supporto, valorizzando il tempo libero e la qualità della vita.

Questa panoramica sottolinea l’urgenza di un cambio di paradigma, con il welfare aziendale al centro delle politiche per un lavoro più sostenibile, gratificante e inclusivo.