Verona maglia nera per le dirigenti donne: ultimo posto in Veneto con il 22%
Verona è maglia nera nel Veneto con il più basso tasso di femminilizzazione per le dirigenti, con una percentuale che si assesta sotto il 22%, a fronte di una media regionale del 33.9%, con in testa Rovigo con 45,5% di presenza femminile nei ruoli apicali.
È uno dei molti dati emersi venerdì 10 maggio, durante il convegno Equamente al lavoro – Azioni per cambiare prospettiva e costruire il futuro, che si è svolto presso la Loggia di Frà Giocondo in Piazza dei Signori a Verona. Una intensa mattinata dedicata al delicato tema della parità retributiva, pensata per far luce sulla situazione attuale, confrontarsi sulle soluzioni già in atto, condividere le buone pratiche e sensibilizzare per spingere ad azioni future.
Organizzato da Regione del Veneto e Veneto Lavoro grazie al supporto della Consigliera di Parità di Verona e con il Patrocinio della Provincia di Verona, l’evento rappresenta l’ultima tappa di una serie di incontri, uno per provincia del territorio regionale veneto, iniziati a novembre 2023. Obiettivo delle numerose iniziative: la riflessione e, soprattutto, la promozione della parità retributiva tra uomo e donna come previsto dalla Legge Regionale 3 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto il 15 febbraio 2022.
I dati su Verona
In un contesto internazionale in cui l’Italia è fanalino di coda per l’occupazione femminile, con 14 punti in meno rispetto alla media europea, dal rapporto del Veneto 2023 emerge che l’occupazione femminile registra progressi nel percorso di riequilibrio tra i generi: secondo i dati Istat, sono in crescita le occupate. Verona, rispetto ai dati regionali del Veneto, presenta un tasso di attività e di occupazione superiore di 2/3 punti e un tasso di disoccupazione nel 2022 del 4% rispetto al dato Veneto del 5,4% e quello nazionale del 9,2% . Rappresenta il 5° posto a livello nazionale.
Si registra una predominanza delle donne in occupazioni e settori a cui sono associati minori livelli retributivi come servizi, commercio, turismo, ristorazione; con una allarmante presenza – solo il 22% – nelle posizioni apicali, Verona è l’ultima provincia nel Veneto per presenza di donne ai vertici delle aziende. All’interno dello stesso settore (o all’interno della stessa impresa) le donne tendono infatti ad essere sovra rappresentate nelle posizioni lavorative medio-basse, con livelli retributivi inferiori alla media.
Le lavoratrici veronesi sono impegnate in misura maggiore con contratti a tempo determinato (67,43%) e con contratti part-time. Il tempo pieno è ad appannaggio quasi esclusivo degli uomini, nella misura del 64%, a fronte del 32% delle donne. Ma anche in questi settori sono poche le donne che ricoprono le cariche più alte, il 18,9% nella ristorazione e il 19,2% nel commercio.
In provincia di Verona il divario retributivo tra uomo e donna si attesta intorno al 29,4% per le donne a parità di mansione, che sale addirittura al 37,2% per le pensionate con il rischio di povertà nella vecchiaia. Le motivazioni sono dovute al doppio lavoro delle donne – professionale e di cura -, alle interruzioni della carriera lavorativa legate spesso alla maternità e al lavoro part-time.
Nonostante il significativo innalzamento del livello d’istruzione tra le giovani donne, c’è il paradosso che all’aumentare del grado di studio e di formazione aumenti il divario retributivo di genere.
Questa di Verona è l’ultima tappa provinciale dei convegni dedicati alla sensibilizzazione e diffusione della campagna, che si sono svolti a Venezia, Vicenza, Padova, Belluno, Rovigo e Treviso.