Fare welfare con e sul territorio: esperienze, reti e competenze a Venezia. Un progetto pilota
Uno dei principali problemi alla diffusione del welfare complementare è rappresentato dalla frammentazione di domanda e offerta di servizi di welfare territoriale. Al fine di implementare strumenti e servizi volti a coniugare le esigenze di razionalizzazione con quelle di territorializzazione delle forme di aggregazione di domanda e offerta di servizi di welfare complementare era necessario disporre di nuove conoscenze sulle organizzazioni territoriali (soprattutto organizzazioni di terzo settore, profit, operanti in regime di accreditamento o convenzionamento etc.) e sui loro processi gestionali ed erogativi.
Queste le premesse della collaborazione tra Veneto Welfare e Università Ca’ Foscari, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, attraverso il lavoro dei ricercatori Maurizio Busacca e Pamela Pasian, che stanno sviluppando una ricerca-azione pilota nel territorio di Venezia, volta a ricostruire la filiera del welfare territoriale dalla prospettiva del ciclo di vita dei beneficiari, individuando le organizzazioni operanti e le loro modalità di offerta così da creare le basi conoscitive per forme di aggregazione della domanda e dell’offerta di servizi.
Tra ottobre e dicembre 2023 più di 400 organizzazioni veneziane hanno ricevuto un questionario che ha avuto l’obiettivo di mappare l’offerta di servizi. I risultati complessivi del lavoro di ricerca saranno resi pubblici appena disponibili. Nel frattempo, l’indagine ha già fornito alcune prime evidenze. In particolare:
– le organizzazioni non profit iscritte al Runts nel Comune di Venezia sono 439, ma di queste solamente 393 sono attive e operanti. 46 organizzazioni risultano irreperibili o hanno cessato l’attività;
– l’indagine ha coinvolto 163 organizzazioni su un totale di 393 organizzazioni non profit iscritte al Runts nel Comune di Venezia, di cui il 45% nate dal 2000 in poi (il 22% nate dal 2014 in poi) e il 55% prima del 2000, segno di un settore longevo e stabile;
– il 51% di queste organizzazioni si occupa di educazione e istruzione (27%) e promozione della cultura e dell’arte (23%), mentre il 15% di servizi sociali o assistenza sanitaria (8%), anche se le organizzazioni attive in questi due ultimi settori sono le più grandi in termini di volontari e personale dipendente;
– il 90% delle organizzazioni intervistate sono ottimiste, ritengono che la domanda delle attività a dei servizi offerti sia destinata a crescere (65%) o rimanere costante (25%), mentre solo il 10% ritiene sia destinata a diminuire o non sa;
– la semplificazione delle procedure burocratiche e amministrative (25%) e l’aumento dei finanziamenti pubblici (28%) sono le due maggiori richieste degli intervistati, seguite da maggior supporto nella promozione e comunicazione delle attività (19%) e la creazione di una rete di collaborazione e scambio di buone pratiche tra le organizzazioni non profit del comune (15%). Meno sentito il bisogno di programmi di formazione e consulenza specifici (9%);
– meno del 10% delle organizzazioni collabora con aziende profit, erogando loro servizi, mentre quasi il 48% dichiara sinergie o collaborazioni con altre organizzazioni non profit o enti pubblici attivi nel comune di Venezia, con le quali prevalgono gli accordi informali (25%), la sottoscrizione di accordi formali di partnership o rete (16%) o contratti di appalto o altre forme di affidamento (5%);
– il 73% delle organizzazioni intervistate usa siti web o blog per comunicare le proprie attività, il 77% i social media, il 36% forme di marketing basate sulle email, il 18% usa gestionali interni, il 16% applicazioni mobili, il 13% strumenti di raccolta fondi online. Sono del tutto assenti altri tipi di tecnologie. Questi strumenti sono considerati utili per dare visibilità alle iniziative, favorire il coinvolgimento dei soci e migliorare i processi di lavoro, tuttavia le limitate competenze tecnologiche del personale, i costi elevati di introduzione delle nuove tecnologie e i problemi di sicurezza informatica rappresentano ostacoli alla transizione tecnologica;
– le risorse che finanziano le attività delle organizzazioni provengono per lo più dai soci, a seguire da bandi e finanziamenti delle istituzioni locali (il 50% delle organizzazioni risponde con continuità a call e bandi locali), mentre sono utilizzati in modo residuale i bandi o le altre iniziative delle istituzioni europee e internazionali (10%), delle fondazioni di origine bancaria (11%) e dei ministeri italiani (12%).
Nei mesi successivi alla realizzazione del sondaggio, la ricerca è proseguita con la realizzazione di alcuni focus group con le organizzazioni partecipanti, attualmente ancora in corso. Obiettivo di questi incontri è di comprendere in profondità i comportamenti e le motivazioni delle organizzazioni non profit e, scaturendo dalla dinamica della discussione di gruppo, superare il limite classico della prospettiva unidirezionale dell’intervista. In questo senso, l’intenzione del gruppo di lavoro Veneto Welfare e Università Ca’ Foscari è di riuscire a tradurre questi focus group in un’occasione per stimolare processi di riflessione e di relazione tra gli enti che vi partecipano, ricostruendo gli elementi più critici delle dinamiche organizzative intorno a cui lavorare nella prospettiva di favorire la creazione di un welfare territoriale non frammentato. Un’attività quest’ultima di fondamentale importanza per Veneto Welfare.