La crescita del welfare in Veneto

La crescita del welfare in Veneto

Di fronte alla crisi strutturale del welfare pubblico e ai pressanti interrogativi sulla sua sostenibilità sotto il profilo finanziario e dell’equità sociale, nell’era post Covid, si manifesta infatti una particolare attenzione verso il cosiddetto “welfare secondario”, che acquista sempre più rilevanza economica e valore sociale. Le criticità rilevate al livello nazionale spingono sempre più le istituzioni pubbliche e gli attori sociali a ricercare forme di integrazione positiva tra welfare pubblico e welfare privato, secondo modelli aderenti alle diverse realtà socio-economiche.

In questa linea riformatrice si inserisce l’azione della Regione del Veneto, la quale, attraverso Veneto Lavoro e l’Unità Operativa Veneto Welfare, mira a realizzare un sistema regionale di welfare integrato. Come previsto dalla legge regionale n. 15 del 18 luglio 2017, il sistema ha come priorità la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa, ma punta anche a promuovere e favorire altre forme di welfare. L’obiettivo è contribuire alla realizzazione di un sistema regionale di welfare integrato, non come una alternativa privatistica sovvenzionata con risorse pubbliche, ma come ampliamento in chiave complementare e integrativa del sistema pubblico.

Il sistema del welfare, negli ultimi anni ha visto un incremento dei tassi di adesione come ha evidenziato il direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone in occasione del convegno di apertura del Veneto Welfare Day del 16 maggio a Venezia.

“Abbiamo voluto aprire la settimana del welfare con un appuntamento dedicato al rapporto tra bilateralità e territorio, con particolare riferimento al welfare contrattuale per le PMI, alla generazione delle forme di welfare territoriale e all’indicazione delle principali sfide per il prossimo futuro – ha dichiarato in apertura il Direttore Tiziano Barone – Quando è nato Veneto Welfare il tasso di adesione ai fondi previdenziali in Veneto si attestava al 32% e tra gli obiettivi che ci eravamo posti c’era quello di raggiungere quota 35%. Oggi siamo arrivati al 41%, a fronte di una media nazionale inferiore al 30%, a conferma della crescita della cultura del welfare e di una maggiore consapevolezza da parte di lavoratori e datori di lavoro. Oggi abbiamo messo a fuoco, insieme ai principali attori del welfare in regione, le prossime priorità, a partire da una fiscalità agevolata del welfare bilaterale analoga a quella prevista per quello aziendale, l’individuazione di linee guida nazionali e il valore di un sistema di accreditamento delle forme di welfare collettive”.

Guarda l’intervista: www.youtube.com