L’Europa della parità
Durante il Ventesimo secolo, la condizione delle donne ha subito una trasformazione profonda. Le disuguaglianze sia nella vita pubblica che in quella privata sono diminuite notevolmente e l’istruzione femminile ha visto significativi miglioramenti. I legislatori a livello europeo, nazionale e regionale, come nel caso del Veneto, hanno promosso questo cambiamento attraverso un lungo percorso di evoluzione normativa che ha supportato la trasformazione sociale. Al giorno d’oggi, la parità di genere è riconosciuta come un importante motore di crescita ed è considerata uno degli elementi fondamentali e urgenti nell’agenda dello sviluppo sostenibile.
Quali sono stati i più importanti provvedimenti Europei sulla parità di genere?
Un importante traguardo è stato raggiunto con l’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione di Istanbul, una convenzione del Consiglio d’Europa volta alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le donne, ufficializzata il 1° ottobre 2023. Grazie a questa adesione, le Istituzioni europee hanno formalmente impegnato risorse e sforzi per prevenire e contrastare la violenza contro le donne in tutti i settori di loro competenza, comprese la cooperazione giudiziaria e le politiche migratorie.
Le Nazioni Unite hanno incluso la parità di genere come il quinto dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. L’Unione Europea ha inizialmente adottato un impegno strategico per l’uguaglianza di genere per il periodo 2016-2019, seguito da una nuova strategia per il quinquennio 2020-2025, per sottolineare l’impegno delle istituzioni europee a sostenere il principio della parità in tutte le sue forme e attività. Sulla scia di questa iniziativa, è stata sviluppata la Strategia nazionale per la parità di genere 2021/2026, adottata nell’agosto 2021. Questa strategia si colloca tra le azioni del PNRR finanziato dal programma Next Generation EU, con un forte orientamento verso l’inclusione di genere.
E a livello Nazionale? Quali sono i riferimenti Costituzionali?
La tutela delle pari opportunità si basa a livello costituzionale sul principio di uguaglianza, stabilito dall’articolo 3. Questo principio si manifesta sia dal punto di vista formale, come uguaglianza di fronte alla legge, sia dal punto di vista sostanziale, con l’obiettivo di eliminare gli ostacoli che, limitando concretamente la libertà e l’eguaglianza, impediscono di raggiungere condizioni di reale parità.
Ulteriori disposizioni sono presenti nell’articolo 37 della Costituzione, il quale stabilisce che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni del lavoratore.
L’articolo 117, settimo comma della Costituzione stabilisce che le leggi regionali devono rimuovere qualsiasi ostacolo che impedisca la piena parità tra uomini e donne nella vita sociale, culturale ed economica. Inoltre, queste leggi devono promuovere l’uguaglianza di accesso alle cariche elettive per entrambi i sessi. Un esempio di tali normative è la legge regionale del Veneto sulla parità retributiva e la valorizzazione dell’occupazione femminile.
Quali sono stati gli interventi in Veneto per la parità di genere?
Il divario retributivo ha attirato l’attenzione di interventi normativi recenti, a partire dalla Direttiva (UE) 2023/970 fino alla Legge Regionale n. 3 del 15 Febbraio 2022, approvata dal legislatore regionale, che ha posto la parità di genere come principio fondamentale per un sistema civile equo e inclusivo. Questa legge, denominata “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”, non solo prevede misure specifiche per contrastare il divario salariale di genere, ma anche interventi per favorire la presenza femminile nel mercato del lavoro, agevolare la conciliazione tra vita e lavoro e promuovere una cultura antidiscriminatoria.
In questo contesto è nata la campagna “Equamente al lavoro”, promossa dalla Regione del Veneto in collaborazione con Veneto Lavoro, che mira a sensibilizzare sull’importanza del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e a promuovere iniziative a sostegno di questo obiettivo, come l’istituzione del Registro Imprese Virtuose e dello Sportello Donna. Attraverso il coinvolgimento delle Consigliere di parità provinciali, la campagna offre spazi di confronto partecipativi con istituzioni, aziende, parti sociali, professionisti e scuole in tutto il territorio veneto.
L’obiettivo principale del coinvolgimento delle giovani generazioni è quello di sviluppare una cultura che promuova l’uguaglianza nelle dimensioni sociali, economiche e politiche del Paese. Per incidere su una cultura che fino ad ora non ha saputo mettere alla base della convivenza un principio sostanziale di uguaglianza, al di là della già prevista parità formale. Uno sforzo che mira a formare persone consapevoli e inclini a superare le barriere di ingiustizia sociale.