La scienza non è “roba da donne”

La scienza non è “roba da donne”

La scienza e le discipline tecnologiche sono un affare da uomini? No, ma guardando a qualche dato sulla situazione attuale potrebbe sembrare di sì…
È evidente che la partecipazione delle donne nelle discipline scientifiche è fondamentale e ha un valore prezioso per la società nel suo complesso. Tuttavia, in molte aree STEM (acronimo inglese che, in italiano, fa riferimento a Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), le donne sono state storicamente sottorappresentate. Questa sottorappresentazione può essere attribuita a vari fattori, come vedremo.

Laureate nelle materie STEM in Italia e nei paesi OCSE
L’andamento delle laureate italiane (57,3%MIUR, 2022) è in linea con quanto sta avvenendo complessivamente nei Paesi OCSE (Education at a Glance, 2023), dove le ragazze costituiscono la netta maggioranza (58%) di coloro che hanno ottenuto per la prima volta nel corso del loro percorso di istruzione un titolo universitario.

Tuttavia, in Italia le laureate costituiscono il 39% del complesso dei laureati dell’area STEM nel 2022 (anche se, tra i gruppi disciplinari, le laureate nell’ambito scientifico sono il 58,6%), in linea con il risultato dell’Unione Europea, dove nel 2021 in media solo il 33% dei laureati STEM è costituito da donne. Un divario di genere che nasconde diverse difficoltà nell’attivare strumenti e politiche efficaci per arrivare ad una maggior partecipazione femminile all’istruzione STEM.

Perché è importante incoraggiare le donne a perseguire carriere scientifiche e tecniche?
Innanzitutto, migliorare l’accesso delle donne all’istruzione e alle opportunità professionali nelle scienze è cruciale per garantire una rappresentanza più equa e stimolare l’innovazione attraverso una gamma più ampia di prospettive.

Le discipline STEM contribuiscono alla realizzazione di nuovi prodotti, servizi e soluzioni che possono migliorare la qualità della vita professionale e personale delle persone, danno nuovi stimoli all’economia e propongono soluzioni alle sfide globali con cui oggi è necessario fare i conti.

Anche se nel mercato del lavoro le donne che scelgono questi corsi di laurea si confermano più svantaggiate in termini occupazionali e retributivi rispetto alla componente maschile, le carriere nelle STEM attenuano le disuguaglianze tra laureate e laureati e offrono spesso opportunità di lavoro stabili e ben retribuite.

Un ulteriore aspetto per cui è importante stimolare un maggior numero di ragazze ad intraprendere i percorsi STEM riguarda la necessità di incoraggiare lo sviluppo di abilità critiche come il pensiero logico, la risoluzione dei problemi, la creatività e la capacità di analisi, competenze sempre più preziose in una economia della conoscenza, non solo nel mondo del lavoro ma anche nelle situazioni nella vita quotidiana.

Ma in base a che cosa gli studenti e le studentesse scelgono o non scelgono un percorso STEM?
Mancanza di autoconsapevolezza, consigli sbagliati, mentalità fissa e l’idea che le lauree STEM siano troppo difficili soprattutto per le ragazze, troppo lunghe e troppo costose per lo studente medio sono fattori che potrebbero scoraggiare un numero consistente di studenti e, in particolare, studentesse delle scuole superiori dallo studiare le materie STEM nell’istruzione terziaria.

Oggi, in generale, la maggior parte delle persone è sinceramente convinta che le donne dovrebbero avere uguali diritti sociali e legali, ma è altrettanto diffusa la convinzione che maschi e femmine siano molto diversi e che vi siano differenti predisposizioni innate a spingere gli uni e le altre a scegliere liberamente percorsi di vita distintamente maschili o femminili. Ci si aspetta che donne e uomini scelgano carriere che consentano di sviluppare i loro interessi ritenuti innati che si traducono nell’aver a che fare con le persone, per le donne, e con le cose, per gli uomini.

Qualunque cosa si creda riguardo alla differenza di genere innata, è difficile negare che uomini e donne spesso si comportano in modo diverso e fanno scelte diverse. In parte, ciò riflette la socializzazione di preferenze e abilità legate al genere durante la prima infanzia. Questa avviene attraverso l’osservazione diretta di modelli di ruolo dello stesso sesso, attraverso ripetute sanzioni positive o negative di comportamenti conformi o non conformi al genere e attraverso l’assimilazione di messaggi culturali diffusi su ciò che piace a maschi e femmine e in cui sono bravi. Per gran parte del XX secolo, la matematica era una cosa che presumibilmente non piaceva alle ragazze o in cui non erano brave. Paradossalmente, la libertà di scelta ha contribuito a costruire e dare spazio a “sé” stereotipati.

In altre parole, credere nella differenza può effettivamente produrre differenze.