Con il convegno “Welfare aziendale, territorio e produttività” si chiude all’Università di Padova la settimana dedicata al Welfare in Veneto
Si è chiusa ieri, 18 maggio 2023, la settimana dedicata al Welfare in Veneto. Ieri mattina, presso l’aula Nievo di Palazzo del Bo dell’Università di Padova, l’appuntamento di riferimento di questa ultima giornata, il convegno istituzionale “Welfare aziendale, territorio e produttività”, promosso da Veneto Lavoro e Regione del Veneto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova.
L’incontro ha visto la partecipazione di esperti, docenti e rappresentanti aziendali che hanno analizzato la forte relazione tra il Welfare Aziendale e i concetti di produttività, attrazione dei talenti e sedimentazione territoriale, anche attraverso la diretta testimonianza delle imprese intervenute per l’occasione.
“Il tema che vogliamo affrontare oggi – ha dichiarato in apertura il Direttore di Veneto Lavoro Tiziano Barone – è il ruolo del welfare aziendale per la produttività dell’impresa e la competitività del territorio. Basti pensare a cosa potremmo fare per la competitività del Paese se riuscissimo a incrementare la quota di investimento dei Fondi previdenziali nell’economia reale, oggi ferma al 3,5% per quanto riguarda il solo TFR. Su queste tematiche, l’analisi del welfare aziendale e il suo impatto sulla crescita del territorio, stiamo definendo una collaborazione stabile tra Veneto Welfare e Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova che ci auguriamo possa presto contribuire a fornire nuovi elementi di conoscenza”.
I diversi tavoli coordinati da Paolo Gubitta, Professore ordinario del dSEA dell’Università di Padova, hanno portato contributi ed esperienze che hanno reso tangibile e reale il valore del welfare nelle imprese, le sue ricadute sul territorio e sulle persone.
Tra i temi emersi, l’opportunità che il welfare territoriale può rappresentare per lo sviluppo del territorio di riferimento e le attività che lo caratterizzano, contribuendo alla crescita dell’economia locale e individuando soluzioni e servizi che possano coinvolgere la comunità presso cui le aziende della rete, anche quelle più piccole, operano.
Inoltre, la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria ha agito come acceleratore delle politiche di welfare, in particolare di quelle aziendali, e ha rappresentato per le imprese l’occasione di imparare a riconoscere il valore del benessere dei lavoratori e di assumere in modo concreto una responsabilità sociale.
“Oggi attrarre, trattenere, motivare e formare i propri lavoratori è diventata per ogni tipologia di impresa un’operazione indispensabile, anche se non semplice, e le politiche di welfare sono parte integrante di questo processo – ha spiegato il Prof. Gubitta – Prendersi cura delle persone non solo conta, ma genera valore, perché riduce il turnover e con esso i costi di reclutamento e formazione del capitale umano, limita il potenziale di conflitto interno all’azienda e impatta positivamente sulla capacità di innovare. È uno strumento attraverso il quale le maestranze percepiscono il supporto dell’azienda e sanno di non essere da sole”.
“Il mercato del lavoro sta cambiando in maniera molto profonda – ha aggiunto Santo Romano, Direttore dell’Area politiche economiche, capitale umano e programmazione comunitaria della Regione del Veneto – Il calo demografico pone un problema di reperimento dei lavoratori, soprattutto tra i più giovani, che hanno modificato il loro atteggiamento nei confronti del lavoro. Non è più solo una questione di stipendio, ma di opportunità di formazione, di percorsi di carriera, di smart working, di conciliazione vita-lavoro, di servizi di welfare. Per questi motivi il welfare aziendale non può più essere considerato solo un’opzione, ma rappresenta uno strumento indispensabile di competitività. Il nostro compito, come Regione, è quello di accompagnare questi cambiamenti e stiamo cercando di farlo finanziando diversi progetti che contribuiscano a costruire nuovi modelli organizzativi, promuovere condizioni di parità sul lavoro, incentivare il benessere lavorativo e rafforzare reti e servizi di welfare”.
In tale contesto, il welfare aziendale può quindi offrire un contributo prezioso non solo per la sua capacità di integrare i servizi, ma per la sua attitudine all’innovazione, ovvero di rispondere ai nuovi bisogni emergenti, e per la vicinanza delle imprese alle famiglie e al territorio, assumendo così un ruolo strategico importante per lo sviluppo del territorio e una più ampia distribuzione del benessere.
Oggi il nuovo orizzonte della sostenibilità necessaria – a tutti i livelli, sociale, ambientale, economica – e forse anche le conseguenze di una ritrovata centralità delle risorse umane, della necessità di bilanciare vita e lavoro, di recuperare una dimensione “olistica” nello sguardo sulle persone (prima ancora della loro definizione di lavoratori), ripropone con forza il tema del welfare integrativo.
Welfare aziendale e welfare sociale devono essere integrati, con un ruolo ben definito anche del terzo settore in qualità di esperto della cura della persona, attivatore e facilitatore di reti sociali.
La tre giornate del Veneto Welfare Day sono state anche l’occasione per mettere in campo una serie di eventi su tutto il territorio regionale, tra workshop e incontri, sportelli Welfare Point aperti per l’occasione nelle diverse province venete e conferenze su tematiche legate al welfare. Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità di molte parti sociali e di enti accreditati presso Veneto Welfare che si sono fatti attori attivi nella promozione della manifestazioni e nell’organizzazione di molti eventi.